Non è difficile cogliere nel volto di coloro che ascoltavano Gesù, un senso di smarrimento e una domanda che fioriva sulle labbra: ” come è possibile tutto questo?” La parola che creava più sconcerto è:” Beati… ” Nessuno era preparato a comprendere una felicità che nasce dalla povertà, dalla mansuetudine, dall’attenzione verso chi soffre, da una vita che sfugge il successo, da una vita umile, da una vita donata agli altri come un dono. Non credo che oggi, coloro che ascolteranno queste parole siano più preparati ad accettarle. Il mondo in cui viviamo predica tutt’altro; così come avveniva al tempo di Gesù anche oggi il commento degli ascoltatori è identico: ” questo discorso è duro “. Penso che la difficoltà maggiore pesa sulle spalle dei genitori quando proponendo ai loro figli il messaggio delle Beatitudini, devono motivare che la felicità, come già ho detto, si nasconde in quelle scelte di vita. Credo sia importante a questo punto aiutare i ragazzi ad aguzzare non solo le orecchie, per ascoltare, ma anche la vista, per fissare lo sguardo negli occhi di colui che sta’ pronunciando queste parole. Aiutiamoli ad andare oltre il volto del genitore, del sacerdote, del catechista per incontrare gli occhi di Gesù. Il suo sorriso incoraggia l’ascolto e suscita riflessioni profonde dentro di noi. Questo è possibile se pensiamo che le Beatitudini descrivono Gesù, raccontano la sua vita, le sue scelte, il suo modo rispettoso e amorevole di avvicinarsi agli altri. Descrivono la sua vita umile che si esalta nel servire l’uomo che ha bisogno delle sue mani per ritrovare la dignità spesso inquinata dal male. Descrivono la sua fiducia nell’uomo e nella vita che Lui vede come un campo da seminare, tocca all’uomo scegliere il seme. Una riflessione che ci aiuta a capire che viviamo in un mondo che … Noi abbiamo … seminato.
A questo punto è possibile sognare il mondo proposto da Gesù e confrontarlo con il nostro. Ma ciò che più affascina e che non ci chiede di arrabbiarci perché il mondo non è secondo il suo desiderio, ma di credere nelle sue proposte e di farle nostre perché il mondo nuovo inizi con noi. Non è ora e non deve essere mai un tempo di lamentele, ma di scelte ricche di coraggio. Nella parabola del seme Gesù ci ricorda che il seme deve morire per dare frutto; penso, carissimi amici che dovremmo imparare a morire, a uccidere le nostre presunzioni, prima che la morte venga a certificare la fine di una vita sprecata ad inseguire brandelli di felicità che hanno aumentato la nostra solitudine. Vi intrattengo ancora un poco ricordandovi che la prossima settimana cade la festa di Don Bosco. Sapete che l’attività sportiva in Oratorio segue il messaggio del santo dei giovani. Martedì prossimo coloro che fanno parte della PGS AUDAX, in particolare i genitori, ricorderemo Don Bosco secondo questo orario: 17,30: Andiamo in Oratorio. I ragazzi della Comunità Giovanile accoglieranno i bambini, mentre i genitori, alle ore 18, nel salone Bonfiglioli, parteciperanno ad incontro sul tema: BULLISMO. Guiderà la riflessione BERNARDO MEREU responsabile delle Accademy del Cagliari Calcio. Il Comandante della stazione Carabinieri della nostra città , ci aiuterà ad inquadrare la realtà del fenomeno nel nostro ambiente e nelle nostre scuole. Alle 19,30, un momento di preghiera insieme nella S.Messa e poi festa in Palestra. Valorizziamo questi momenti comunitari con la nostra presenza. Buona serata.